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Golfo dei poeti: in Liguria con Byron e Shelley

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Se mi seguite su Instagram saprete già che la meta di queste mie vacanze estive è stata la Liguria. Non ho potuto ovviamente perdere l’occasione di fare un giro attraverso alcuni luoghi legati all’Ottocento inglese tra La Spezia e Genova. Vi ho già fornito un breve racconto video attraverso le mie Instagram stories, ma eccoci qua per un articolo di approfondimento che spero vi sarà d’aiuto per programmare il vostro itinerario letterario nella meravigliosa terra ligure.

Il golfo dei poeti

A rendere speciale la mia vacanza è stata l’ospitalità di una mia cara amica che vive a La Spezia, è quindi venuto naturale cominciare la mia visita dai posti più famosi del golfo della Spezia, meglio conosciuto come golfo dei Poeti. Il golfo è un’insenatura del mar Ligure che si apre a est con Lerici per chiudersi a ovest con Porto Venere. Ma come mai si chiama golfo dei Poeti? Pare che fu insignito di questo titolo per la prima volta nel 1910 dal drammaturgo Sem Benelli e a ragione: per secoli poeti, scrittori, pittori e artisti di ogni sorta hanno trovato rifugio e ispirazione tra le mille sfumature di questo tratto di costa così magico, in cui si susseguono borghi di mare, chiese e castelli medievali, spiagge di sabbia e case color pastello. Da Dante a Petrarca, da Botticelli a D’Annunzio, in molti hanno raccontato le sensazioni indelebili suscitate dal golfo, ma non vi stupirà sapere che il breve itinerario che ho percorso è legato a poeti e scrittori dell’Ottocento inglese.

Lord Byron e Porto Venere

Arrivati nel punto più suggestivo di Porto Venere, cioè ai piedi della Chiesa di San Pietro, è subito visibile una targa affissa alla parete rocciosa che cita: “questa grotta, ispiratrice di Lord Byron, ricorda l’immortale poeta che, ardito nuotatore, sfidò le onde del mare da Porto Venere a Lerici”. La targa è posta sopra un ingresso nella parete che conduce a un percorso che permette di avvicinarsi al livello del mare e godere di una vista privilegiata della cosiddetta Grotta Byron. Pare che, in occasione del suo soggiorno nel 1822, all’interno della grotta il poeta si rifugiasse a meditare. Questa sua affascinante abitudine, unita alla sua fama di spirito libertino, ha contribuito ad alimentare la leggenda raccontata dalla targa, cioè che il poeta attraversò a nuoto il mare da Porto Venere a Lerici, percorrendo una distanza di circa 8 kilometri, per raggiungere l’amico Percy Bysshe Shelley. Ma sarà vero?

La grotta Byron a Porto Venere

A ritrattare la versione originale della storia fu proprio una modifica al testo della targa nel 1897. In principio si leggeva: “Questa grotta, ispiratrice di Lord Byron nel sublime poema Il Corsaro, ricorda l’immortale poeta che, ardito nuotatore, da Portovenere a Lerici sfidò le onde del Mar Ligure”. Il riferimento fu eliminato nel momento in cui lo studioso spezzino Ubaldo Mazzini rilevò alcune discrepanze cronologiche nella leggenda che rendevano il soggiorno a Porto Venere antecedente alla pubblicazione dell’opera. Così, si decise di rendere più vago il riferimento celebrativo. Negli anni però la leggenda riprese vigore, tanto che nel 1949 fu inaugurata la Coppa Byron, una traversata a nuoto che ripercorre il presunto tragitto di Byron e che attira regolarmente a Lerici oltre 300 atleti da tutto il mondo.

La casa di Shelley

A Lerici, punto d’arrivo della leggendaria traversata, sorge quella che oggi è nota come Villa Shelley. Si tratta di Villa Magni, affittata dal poeta Percy Bisshe Shelley dall’aprile al settembre del 1822. Le prime notizie sull’edificio risalgono al Cinquecento, e pare che fosse un tempo circondato da un fitto bosco, col portico a picco sul mare, poiché la strada oggi percorribile fu predisposta soltanto nell’Ottocento. Fu proprio il fascino dell’ubicazione che guidò la scelta di Shelley, accompagnato dalla moglie Mary Shelley. La coppia aprì la propria dimora a una cerchia di eccentrici amici e colleghi d’arte, che portarono la villa a non esser vista di buon occhio dagli abitanti del posto, poco avvezzi alla dissolutezza dello stile di vita di Shelley. Il poeta tuttavia non sopravvisse per tutto il periodo in cui la Villa era stata impegnata: il 1 giugno 1822 Percy salpò diretto verso Livorno per discutere di un nuovo progetto editoriale con Byron e Leigh Hunt. L’8 luglio fece nuovamente rotta verso Villa Magni, ma non giunse mai a destinazione.

Villa Shelley a Lerici

Oggi il giardino della villa ospita talvolta eventi musicali e conferenze, ma l’aspetto senz’altro più interessante è che negli anni l’edificio è stato trasformato il un hotel, per dare al pubblico l’opportunità di soggiornare nelle stanze che hanno accolto le avventure libertine nei più grandi poeti inglesi dell’Ottocento. Se volete provare l’esperienza, potete cliccare qui per prenotare il vostro soggiorno. Invitandovi a un piccolo video-tour sul mio account Instagram a questo link, vi lascio con quanto riportato nella targa all’ingresso della villa: “I poeti sono specchi delle gigantesche ombre che l’avvenire getta sul presente. Forza che non è mossa ma che muove. I poeti sono i non riconosciuti legislatori del mondo. – Percy B. Shelley”.

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Sei sul blog di Laura Bartoli

Da anni studio, colleziono e traduco Charles Dickens. Sono una digital strategist appassionata di libri antichi e viaggio alla ricerca dei luoghi dove il tempo si è fermato all’età vittoriana. Clicca qui per conoscermi meglio!