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Studiare l’età vittoriana a scuola? Facciamolo in modo originale

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Studiare Dickens e l’età vittoriana fra i banchi di scuola non è sempre compito gioioso per i ragazzi di tutte le età, dalle medie alle superiori. Ci tocca però riconoscere che molto spesso la ragione dietro il mancato entusiasmo è un programma didattico che propone la letteratura e la società d’un tempo come argomenti distanti, qualche cosa di spesso cupo, statico, ormai chiuso per sempre – passato, appunto. Lavorare all’epistolario di Charles Dickens per anni mi ha insegnato che anche quel passato è stato presente, ed è proprio portando a galla questo aspetto che secondo me si riesce ad accendere una scintilla d’entusiasmo verso un’epoca così diversa dalla nostra.

Grazie al progetto “Things That Matter” portato avanti dal Liceo Linguistico Giacomo Leopardi di Recanati, ho avuto la possibilità di condividere questa mia visione con i ragazzi delle quinte, organizzando uno speciale pomeriggio dedicato proprio a Dickens e alla cosiddetta “arte dello scriver lettere”. Va detto che le lettere scritte in epoca vittoriana sono per noi ben più speciali di tutte quelle scritte in epoche precedenti, questo perché dopo l’ascesa al trono della Regina Vittoria fu attuata una riforma del sistema postale che rese l’invio d’una lettera una modalità di comunicazione estremamente rapida e alla portata di tutti. Con un’organizzazione che in città permetteva di veder recapitata la propria lettera nel giro di 75 minuti e al costo di 1 penny, le lettere si trasformarono in quello che per noi oggi rappresenta uno scrigno prezioso non soltanto di comunicazioni formali o romantiche (come i film ci hanno abituato a pensare) ma di quella che era la vita quotidiana di chi viveva nell’Ottocento.

È proprio su questo presupposto che si fonda quindi la mia attività con i ragazzi del Liceo di Recanati: un viaggio di scoperta del presente d’un tempo, attraverso gli scambi quotidiani della gente più e meno comune – dal cittadino medio a, non serve dirlo, Charles Dickens. Un’arte, quella del letter writing, allora perfettamente codificata con manuali e regole scritte, che null’altro era se non lo specchio degli usi e dei costumi della società.

Il progetto, di cui ha scritto anche la giornalista Francesca Marchetti su Cronache Maceratesi, si concluderà con uno speciale task assegnato ai ragazzi: dovranno calarsi nei panni di un personaggio immaginario dell’Ottocento e rispondere a una lettera che Dickens inviò nel 1851 a un corrispondente a oggi ignoto. Personalmente non vedo l’ora di leggere quel che ne uscirà!

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Sei sul blog di Laura Bartoli

Da anni studio, colleziono e traduco Charles Dickens. Sono una digital strategist appassionata di libri antichi e viaggio alla ricerca dei luoghi dove il tempo si è fermato all’età vittoriana. Clicca qui per conoscermi meglio!